Tre Voci
Oggi, dopo tanto tempo, ti ho rivisto, nei miei sogni ed ho parlato di nuovo con te. Il dolore di quei giorni lontani si è ormai placato. Una strana leggerezza è scesa tra noi. E passato il tempo delle richieste. -ti ho perdonato, mi hai perdonata. Solo a noi é permesso farlo, solo noi possiamo assolverci o condannarci. La strada del perdono è stata lunga e difficile. L'abbiamo percorsa da soli, separati da un dolore che non era più possibile condividere oltre.
Ho preso l'aereo e sono scappata via, ho lasciato che la distanza mi separasse da te. Ho lasciato che i suoni di un'altra lingua mi facessero dimenticare la tua voce. Ho vissuto l'esilio, ho esiliato la mia anima. Di nuovo ho esiliato le mie emozioni, nuovamente ho incendiato la terra dietro di me, nuovamente ho bruciato il passato, il passato diviso con te. Ho attraversato il bosco, perché il suo silenzio potesse decantare nella mia anima il dolore, perché nel suo vuoto potessi ritrovarmi. Alberi immensi, per accogliere le mie immagini, per accogliere le mie emozioni. Sui sentieri ho disegnato la mia storia, il mio mandala, e ho capito. Tra quei segni, prima incomprensibili, ho scorto il Senso, il senso della mia storia, il senso del nostro incontro, ho intravisto per la prima volta il progetto per cui sono venuta al mondo. Poi ho lasciato il bosco con i folletti e le fate e sono tornata tra la gente. Ora anch'io ascolto le voci della sofferenza. Il mio ascolto è lieve, il mio viso ridente. Ho imparato a danzare con il dolore, ho imparato a giocare con la vita.
Un uomo è apparso alla porta d’ingresso. Mi sorrideva. Con lui ho provato di nuovo a condividere la mia storia, le mie emozioni. Da lui ho imparato un amore diverso, tenero e giocoso. L'antico dolore si è finalmente composto in un disegno che gli da significato. Ora so che ogni evento che ho vissuto, che ogni incontro che ho fatto erano necessari.
Ancora una volta, l'ultima, torno indietro a quel tempo passato. Emozioni e domande si intrecciano come allora, ma non hanno più il sapore acre dell'angoscia. Ho accettato la mancanza di risposte, ho accettato l‘esistenza di tante verità, di tante spiegazioni che si sovrappongono, tutte ugualmente vere, tutte ugualmente incerte e parziali. Le espressioni del tuo viso, i tuoi gesti, le tue parole non possono più ferirmi. Del dolore di un tempo mi rimane. una piccola scatola colma di tenerezza. Mi guardo indietro e sorrido. Sorrido alla mia inconsapevolezza, al mio bisogno d'amore, alle mie impossibili richieste, sorrido al bambino spaventato che è in te, al tuo eterno bisogno di essere amato, alle tue fughe, alle tue bugie. Consumata la rabbia e decantato il dolore, guardo tutto ciò con tenero distacco. Ho cercato nei tuoi occhi l'immagine della mia femminilità, hai cercato nei miei occhi la conferma al tuo desiderio di essere amato. Mi hai insegnato il linguaggio dell'amore, della seduzione, del tradimento, della violenza, permettendo alle mie emozioni di essere vissute, permettendomi di comprendere il mio tetro passato. Ti ho regalato la mia tenerezza, un amore in cui sentirti grande e forte, ti ho donato uno specchio in cui guardare il bambino che è in te. Ti sei specchiato nella mia vulnerabilità, nel mio bisogno totale e assoluto di essere amata. Dai nostri errori è nato qualcosa. Facendoci camminare sul confine della morte, della distruzione, della follia, hanno fecondato le nostre vite. Non posso immaginare qualcosa di diverso da ciò che è accaduto.
Ieri notte sognarti mi ha provocato una forte inquietudine. D'improvviso tutto il passato mi ha nuovamente assalita, portando con sé emozioni che credevo definitivamente scomparse. Ma la vita ci cambia inesorabilmente e non possiamo più essere ciò che siamo stati, se non per rari momenti, in frammenti di ricordo di sogni affondati nell'oscurità della notte, nel segreto dell’anima. Il mio sogno racconta un'iniziazione. Ora so che il tuo compito era quello di iniziarmi alla vita. Dovevi accogliere e guidare l'esistenza che ti era affidata. Dovevi aiutarmi a scoprire chi ero, tramutando il mio volto di bambina in quello di una donna. Ma tu ed io abbiamo rischiato di confondere i domini del simbolo e quelli della realtà, abbiamo pagato a caro prezzo questa confusione. In quel tempo lontano credevo che, dopo tanto dolore, l'aprirsi alla vita fosse un camminare leggero sull'erba. Ignoravo la sofferenza che mi attendeva. Ora so che il tuo compito è stato quello di iniziarmi alla vita e alla morte. Mi hai insegnato a nascere e a morire.-Forse tutto questo poteva accadere in un altro modo, forse la strada poteva essere meno dolorosa, forse... Non lo saprò mai. Ma, ora, posso augurarti di placare la tua inquietudine, posso augurarti di amare ed essere amato, di incontrare quell'amore che cerchi e che è diverso dal mio amore di un tempo e dal mio affetto di adesso. Ora posso congedarmi da te senza dolore, senza rimpianto, consegnandoti il mio affetto senza tempo.
Tratto da Riti e miti della seduzione di Aldo Carotenuto
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