La Fatina e il Folletto
C’era una volta un bosco incantato.
Rampicanti di viole e cespugli di lillà, alberi altissimi, lunghi fino al cielo e rami che si muovevano ondeggiando mossi dal vento come braccia danzanti. Un terreno di foglie d’oro, d’argento e di rame così sottili che sibilavano come flauti all’ondeggiare dei passi di piccoli insetti.
Scoiattoli biondi, cerbiatti dal manto vellutato, usignoli dai colori dorati che sprigionavano dai loro petti melodie estasianti, il canto dolce del vento faceva da sottofondo.
Viveva nel bosco una fatina dagli occhi turchini come il suo mantello. Tra le mani stringeva la sua bacchetta d’oro che le serviva da antennina. Con la sua bacchetta sentiva il mare, chiamava a se gli usignoli e invocava l’arrivo del sole con i suoi raggi a scaldarla. Daggie, questo il suo nome, amava il suo bosco, era la sua casa e amava dormire sul terreno di foglie dorate. Quando arrivava la notte gli alberi si riunivano e le facevano una grotta intorno a lei per lasciarla riposare in pace. Bianche civette dagli occhi scuri controllavano le sue notti. Quando era l’ora del risveglio cantavano in coro gli usignoli la sua melodia preferita per renderle dolce il nuovo giorno.
Al mattino le gallinelle selvatiche le porgevano le loro uova a colazione e i frutti si stringevano tra loro fino a crearle il succo da bere, le api le offrivano il loro miele e le palme i loro datteri. Dopo colazione i daini la portavano a galoppare per i viali, tra gli alberi, nei campi.
Un giorno, mentre Daggie passeggiava per il bosco vide per terra una biglia di cristallo...luccicava ed emanava i raggi dell’arcobaleno tutto intorno.
„cosa sarà mai questa biglia?“ disse sorpresa
„sembra che appartenga a qualcuno!“ le rispose il cervo
„si ma a chi mai dovrebbe appartenere?“ curiosa e sbalordita la fatina non trovava risposte
„cerchiamo il padrone!! Si si cerchiamolo!“ gracchiarono in coro le ranocchie
„ma dove diavolo volete trovare il padrone di una biglia??“ tuonò il tasso
„io davvero non capisco come fa a trovarsi qui una biglia di vetro...così bella!“ Daggie adesso cominciava a sembrare delusa.
„Andiamo ...seguitemi!“ la volpe gridò.
E la seguirono tutti in fila silenziosi, anche Daggie che, nonostante la curiosità, non aprì bocca.
Quando gli alberi si diradarono e i campi dorati si aprirono davanti a loro la volpe disse:
„Vedete laggiù in quel castello? C’é un gruppo di esseri tanto strani che abitano tra le nuvole e dipingono stelle.
„OOOOOHHHHH“ esclamarono in coro tutti insieme
„Ma chi sono?“ disse stizzita Daggie
„sono i folletti“ rispose la volpe
„I FOLLETTI??? E cosa sono i folletti?“ sibilò la fatina
„sono esseri rari....sono speciali...non si trovano dappertutto! Sono esseri dall’animo nobile, sono gentili, dolci, creativi, affettuosi, premurosi, fantasiosi, brillanti, simpatici...“
„mah bastaaaa!“ disse il cervo
„beh sai é difficile credere che esistano esseri così“ balbettò la civetta
Daggie era sempre più curiosa. Si avvicinò alla volpe e le chiese:
„hanno le biglie questi folletti?“
„si, hanno biglie di cristallo dalle quali viene fuori un’energia magica“ rispose la volpe
„io ne ho trovata una „ disse timidamente Daggie
„allora devi trovare assolutamente il folletto a cui appartiene“ sentenziò la volpe
„e perché mai?“ capricciosa sibilò la fatina
„perché se tu hai trovato la sua biglia ora possiedi la sua anima e la magia é che lui potrà avere la tua“
La fatina era sempre più sorpresa e sentiva una forza magica nelle mani dovuta alla sua biglia. Sentiva davvero di dover trovare a tutti i costi il suo folletto.
„Andiamo, vi prego, andiamo a trovare a chi appartiene questa biglia“ gridò incitante Daggie.
„si si andiamo...andiamo...si siiiii“ tutti in coro gli usignoli, i rospi, gli scoiattoli, i daini, le civette, i tassi, le tortore....tutti seguirono Daggie e la volpe nel regno dei folletti.
Quando arrivarono davanti al portone un folletto di guardia chiese loro cosa desiderassero.
„cerchiamo il proprietario della biglia magica“ disse la volpe
„eccola...é questa!“ sussurrò la fatina aprendo la mano e mostrando la sua biglia
Un raggio di luce schizzo dalle sue mani fino al cielo e Daggie si spaventò facendo un balzo all’indietro.
La guardia osservò la biglia e sorrise...
„perché ridete, folletto?“ chiese Daggie indispettita
„perché il folletto a cui appartiene questa biglia la sta cercando da quasi duemila anni“ rispose il folletto guardia „Vado a chiamarlo, sarà davvero felice di averla ritrovata“ E sparì dietro il portone di filigrana dorata.
L’attesa si faceva sempre più ansiosa e la fatina avrebbe voluto in quel momento quasi scappare per il timore di quello che sarebbe accaduto, tremava dall‘emozione.
„Ecco il proprietario della biglia“ disse la guardia indicando il folletto che seguiva alla sua destra
„il suo nome é Alabino „
Fu un istante e lo sguardo tra Daggie, la fatina, e Alabino, il folletto, si trasformò in una pioggia scintillante di diamanti, rubini e smeraldi.
Da quel giorno il folletto e la fatina rimasero abbracciati e non si separarono più per l’eternità.
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