sabato 11 novembre 2017

Tutto sbagliato

Ho commesso una serie di errori e continuo a commetterli.
Non c’è una sola scelta che sia stata fruttuosa, mirata e positiva
Sembra che io abbia avuto davvero delle capacità speciali
Non è facile sbagliare tutte le scelte della propria vita
Ho sbagliato nei rapporti d’amore
Ho sbagliato negli studi
Ho sbagliato nelle scelte lavorative
Ho sbagliato nei matrimoni
Ho sbagliato nello sport
Ho sbagliato negli affetti
Ho sbagliato nelle amicizie
Ho sbagliato a credere in qualcosa di vano
Ho sbagliato a non credere quando arrivava la verità
Credo di aver sbagliato tutto, davvero tutto
Forse è bene che io capisca che non serve scegliere
non ha alcun senso credere nel destino
o porsi obiettivi
seguire strade razionali o emozionali
comunque mi sia orientata 
ho sempre commesso errori
chili di errori
carichi di errori
tonnellate di errori
mi viene un dubbio…
che sia IO un colossale spettacolare ERRORE!!


Danisieger

lunedì 17 aprile 2017

Ricordati che ti penso



non ho smesso di pensarti
vorrei tanto dirtelo
vorrei scriverti
che mi piacerebbe tornare
che mi manchi
e che ti penso
ma non ti cerco
non ti scrivo
neppure ciao
non so come stai
e mi manca saperlo hai progetti ?
hai sorriso oggi ?
cos'hai sognato ?
esci ?
dove vai ?
hai dei sogni ?
hai mangiato ?

mi piacerebbe
riuscire a cercarti
ma non ne ho la forza
e neanche tu ne hai
ed allora restiamo
ad aspettarci invano
e pensiamoci
e ricordati
che ti penso
che non lo sai
ma ti vivo ogni giorno
che scrivo di te
e ricordati che cercare
e pensare
sono due cose diverse
ed io ti penso
ma non ti cerco
....
Charles Bukowski

Chi sono contattami






Sento che vuoi sapere chi scrive  e perchè.

D'accordo! 

Anche se ritengo sia più importante il contenuto.
Quella nella foto è la mia stanza denominata dell'Armonia, il mio Tempio, la mia Oasi e il mio Rifugio...un  piccolo mondo costruito su misura per me.
Sono una donna di 55 anni.
Ho fatto molte esperienze e ho navigato per diversi mari e ogni volta cambiando porto.
Ho visto diversi continenti, spiaggie dorate, ma ho attraversato anche tempeste e ho rischiato il naufragio...diverse volte!
Spesso ho navigato a vista, senza strumenti. 
A volte ho dovuto riparare la mia barca che lasciava entrare acqua.
Spesso i porti sicuri mi hanno dato la sensazione di noia anche se mi hanno aiutato
a non sentire la nausea delle mie onde.
A volte le cime che hanno legato la mia barca nel porto hanno avuto nodi così stretti
che, ancora oggi, non riesco a sbrogliare.
Ho deciso, pertanto, che avrei viaggiato ugualmente nel mare della mia fantasia.
Ho masticato psicologia e spiritualità per molti anni, ho dovuto digerire il cibo pesante delle università e del lavoro di psicologa fino a quando non ho scelto di approfondire la mia cultura spogliandomi dalle corazze dell'ortodossia accademica.
Al momento la mia barca è ferma in porto, un bellissimo porto e anche se scalpito per
riprendere il mare so che dovrò modulare i miei desideri in rispetto delle persone che amo.
Spero che la descrizione di me sia sufficiente a capire chi sono...
Buona lettura a tutti i naviganti

danisieger

LA DONNA SELVAGGIA

La donna selvaggia

LA DONNA SELVAGGIA




Non ditemi che sono troppo aggressiva, troppo violenta, troppo forte, troppo grande, troppo nera, troppo estrema, troppo piccola, troppo agguerrita.
O che io non sono abbastanza.
Non ditemi come agisce una signora, o come essere come una donna,
o che cosa pensate che dovrei fare.
Io cammino con gli elefanti.
Volo con i falchi.
Nuoto con polpo.
Caccio con le tigri.
Io sono una donna selvaggia.
Una donna senza legge.
Un fiore selvatico.
Una leonessa di montagna.
Una scimmia magica.
Un cacciatore.
Una strega.
Un guerriero.
Un' amante.
Una madre.
Una sacerdotessa.
Una donna di medicina.
Io sono fatta di buio e luce.
Io sono l'equilibrio.
Invoco la dea della distruzione e la dea della nascita. Io sono una selvaggia.
Io sono libera.
Io appartengo a me.
Io credo nella cura e nel machete . Credo nel piantare fiori e nel sollevare i bambini.
Credo nella protezione e nella morbidezza. Credo nell'arte e credo nel sacrificio.
So che a volte devi prendere l'arma così gli altri depongano le loro.
Io sono una donna selvaggia
e faccio quello che mi pare
E non voglio scusarmi per nessuna parte di me.


-donne che corrono coi lupi - Clarissa Pinkola Estès 

Ognuno ha il suo motivo

Matt Simons, Catch & Release












C’è un posto in cui vado
Dove nessuno mi conosce
Non è solitario
È necessario
È un posto che ho inventato
Scopri di cosa sono fatto
Le notti sono rimasto sveglio
Contando le stelle e lottando contro il sonno
Lascia che si riversi su di me
Pronto a perdere l’equilibrio
Portami nel luogo dove si esamina il mistero della vita
Fisso su tutta la linea
Perdi ogni percezione del tempo
Assorbi tutto e sveglia quella piccola parte di me
Giorno dopo giorno sono cieco per vedere
E scoprire quanto lontano
Andare
Ognuno ha il suo motivo
Ognuno fa a modo suo
Prendiamo, lasciamo e basta
Quello che si accumula durante il giorno
Entra nel corpo
E scorre dritto nel sangue
Possiamo dirci dei segreti
E ricordare come amare
C’è un posto dove sto andando
Nessuno mi conosce
Se respiro proprio lentamente
Espira e inspira
Possono essere terrificanti
Per morire lentamente
Anche spiegare
La fine da dove cominciamo
Lascia che si riversi su di me
Pronto a perdere l’equilibrio
Portami nel luogo dove si esamina il mistero della vita
Fisso su tutta la linea
Perdi ogni percezione del tempo
Assorbi tutto e sveglia quella piccola parte di me
Giorno dopo giorno sono cieco per vedere
E scoprire quanto lontano
Andare
Ognuno ha il suo motivo
Ognuno fa a modo suo
Prendiamo, lasciamo e basta
Quello che si accumula durante il giorno
Entra nel corpo
E scorre dritto nel sangue
Possiamo dirci dei segreti
E ricordare come amare
Ognuno ha il suo motivo
Ognuno fa a modo suo
Prendiamo, lasciamo e basta
Quello che si accumula durante il giorno
Entra nel corpo
E scorre dritto nel sangue
Possiamo dirci dei segreti
E ricordare come amare


Neve sull'anima





... è in quel bianco candore 

che si ritrova lo sguardo del bambino, 
la gioia della fanciulla, 
la risata della donna, 
la saggezza di quei fili argentati sul capo... 
ad ognuno possa nevicare sull'anima! 


danisieger



Aquiloni


...Correvo,
son caduta, 
ho le ginocchia sbucciate
son caduta,
distratta
guardavo in alto
gli aquiloni,
le stelle,
gli uccelli,
sono inciampata
rincorrendo qualcosa
una palla,
una farfalla,
un pezzo d'amore,
le ginocchia sanguinano
e gli occhi son rossi,
ma mordo forte le labbra
non piango,
fa male,
ho un forte dolore,
seduta
su un gradino di cemento
a guardarmi le ginocchia
insanguinate,
la carne squarciata
il terreno era duro
e correvo forte
a gran velocità
giocavo,
ridevo
non mi sono accorta
ero distratta,
ma no
non piango
non piango,
rivoglio il mio aquilone!
voglio tornare a correre,
a giocare
ma fa male,
fa tanto male,
no no non piango,
son forte non piango,
trattengo le lacrime,
trattengo il dolore
...cos'è che duole di più?
L'aquilone  volato via o le ginocchia sbucciate?
Si diventa grandi cosi?


Danisieger

La Leggenda del canto dell'Usignolo





In un'isola lontana di un paese del Sol Levante regnava un imperatore molto vanitoso, che amava circondarsi di cose stupende e perciò tutto nel suo regno era perfetto e incantevole. Anche sua figlia era bellissima e per questo egli le aveva dato il nome di Splendore del Giorno.

L'imperatore la ricopriva dei vestiti più sontuosi e pretendeva che, come lui, anche lei si ornasse con gemme e diademi preziosi ogni giorno. Invece di abbracciarla e darle affetto, la guardava solo come se fosse un’opera d’arte, per assicurarsi che la sua bellezza e il suo abbigliamento fossero sempre degni di un membro della famiglia imperiale.

Splendore del Giorno si sentiva oppressa da tutte queste ricchezze, priva di amore e schiava della vanità del padre. Trascorreva perciò le sue giornate passeggiando lungo i viali più reconditi dell'immenso giardino per nascondere agli altri le sue lacrime e sofferenze. Avrebbe preferito di gran lunga essere povera, ma libera e soprattutto amata.
Un mattino la principessa si rivolse al Buddha di giada del suo palazzo, con questa preghiera:
“O dio della saggezza, aiutami a fuggire da questa prigione. Dammi la possibilità di andar via col vento profumato sui prati fioriti e di volare con gli uccelli nel cielo turchino.”

Buddha indossò allora una veste di luce e così rispose alla giovane: “Ti offro cento lune per ubriacarti di libertà. Ogni sera, all'ultimo rintocco della mezzanotte, ti trasformerai in un uccello. Ma non appena il sole sorgerà, tu tornerai a essere quella che sei, la principessa Splendore del Giorno. Sappi però che l'incantesimo durerà fino al termine delle cento lune”
“Sono pronta ad assumermi tutti i rischi” affermò la giovane.

Buddha mantenne la sua promessa e quella stessa notte, al dodicesimo tocco della mezzanotte, Splendore del Giorno fu trasformata in un uccello. Finalmente poteva allontanarsi dalla sua prigione dorata! Volò in alto, ancora più in alto finché la sua casa non divenne che un punto luminoso e lontano. Piena di felicità, Splendore del Giorno si mise a cantare e il suo canto melodioso si propagò nella campagna. All'alba l'incantesimo cessò e, riprese le sue sembianze, la principessa tornò al palazzo imperiale.
Ben presto però l'imperatore venne a sapere che, quando scendeva la notte e la luna brillava sul mare, un uccello cantava in modo così melodioso che certamente doveva trattarsi di un essere divino. Che tipo di uccello era quello che egli ancora non aveva tra i suoi splendidi averi? Subito ordinò ai suoi soldati di catturarlo.Passò un mese, ma i samurai non riuscirono a prendere lo straordinario volatile. Infatti Splendore del Giorno riusciva abilmente a sfuggire a tutte le trappole che le venivano tese. Fu così che il superbo imperatore, beffato dall'uccello sconosciuto, si ammalò. Perse l'appetito e il sonno, deperì ogni giorno di più e alla fine dovette mettersi a letto.
Splendore del Giorno, preoccupata per la sorte del padre, pregò di nuovo Buddha:
“O dio della saggezza, sono pronta a sacrificare la mia libertà in cambio della vita di mio padre. Ti supplico, rompi l'incantesimo e guariscilo dal suo folle male”.
“Non è in mio potere salvare tuo padre dalla sua stupida ambizione”- rispose Buddha - “tuttavia accolgo la tua richiesta di rompere l'incantesimo, anche se le cento lune non sono ancora trascorse. Può darsi che in questo modo tuo padre ritrovi il piacere di vivere e che questa prova possa averlo reso più umile”.

 Da allora Splendore del Giorno circondò il padre di amore e di premure e, per aiutarlo a guarire, chiamò al suo capezzale i più famosi dottori che gli prodigarono cure d'ogni genere. Malgrado ciò il sovrano, sognando l'uccello divino, si consumò lentamente fino a morire.
Splendore del Giorno aprì ai sudditi più poveri del regno le porte del suo palazzo e mise a disposizione di tutti, contadini e pescatori, le immense ricchezze che suo padre, con orgoglio e vanità, aveva accumulato.
Adorata dalla sua gente, che la venerò come una dea, la principessa visse felice e finalmente libera. Il dio Buddha, per ripagarla di tanta generosità, popolò la sua isola di uccelli divini, a cui Splendore del Giorno diede il nome di usignoli.
Da quel momento, quando la luna emana i suoi ultimi bagliori e il sole comincia a sorgere, l'usignolo canta: il suo canto melodioso è un inno alla libertà dell’uomo.

sabato 15 aprile 2017

IDOLATRIA DEL PASSATO

IDOLATRIA DEL PASSATO



Sono stanca di ascoltare le nostalgie piagnucolose dei vecchi tempi! 

Trovo nauseante osservare quella stupida illusione che la verità sia solo nel passato!

Quando ero bambina c'erano tante cose belle, ma anche tante molto brutte rispetto ad oggi così come oggi ci sono tante cose bellissime rispetto a ieri.

C’è poi chi si crogiola nell’idealizzazione del genitore morto. Assisto a questo funerale senza sosta che mette in atto il povero figlio orfano dimenticando quale sia davvero il grosso danno che ha provocato alla sua vita quel genitore e l’immenso dolore che gli ha causato. Morendo il genitore diventa l’immagine idolatrata ricca di validità affettiva che solo un grande coraggio può riuscire a sradicare e/o smantellare con grande onestà. 
Finché quell’immagine rimarrà intatta nella nostra memoria con quel piagnucoloso senso di mancanza non saremo capaci di sviluppare un solo piccolo passo nei confronti della nostra consapevolezza e/o maturità.
Chi si lamenta rimpiangendo i "vecchi tempi" non può godere né il presente né del futuro!

L'educazione, l'amore, la fedeltà, la passione, la consapevolezza, la compassione ecc. non si calcolano nel tempo, ma all'interno della nostra anima e l'anima non ha né ieri né domani. L'anima é eterna.

 DanielaSieger

 









ONORE AI TRAUMI

ONORE AI TRAUMI



I traumi che subiamo, se non vengono risolti in tempo, passano di madre in figlio attraverso il sangue, attraverso le ossa, la pelle, gli organi. Il figlio non conosce questo dolore e lo subisce, senza possibilità di comprenderlo. E` come se viaggiasse nella vita su un treno che non sa dove lo stia portando ed in più ha un carico sulla schiena che risulta davvero pesante da sostenere.
Non sa come abbandonare quel trauma perché non é suo, non gli appartiene ed i suoi anticorpi costruiscono difese su difese pur di riuscire a non soccombere sotto quel carico pesante.
Quando é che interviene qualcosa a spezzare questa distruttiva eredità?
Solo attraverso l'amore, quello dato e quello ricevuto ci si può salvare.
Peccato che quel carico pesante impedisca ogni possibilità di amare e di essere amati.
Ed é questa la vera tragedia. Non esiste una via d'uscita.
Ci si può solo accontentare di sedersi accanto al nostro trauma ereditato e magari offrirgli da bere in modo che resti innocuo e non ci costringa nuovamente a fare qualche scelta sbagliata in nome di chissà quale diavolo di riparazione.
La verità é amara come il fiele, ma se si riesce a "guarire dalla voglia di voler guarire"(cit.) forse l'accettazione ci renderà il carico meno pesante da reggere.
E' possibile sentirsi più leggeri e provare a camminare nelle nostre vite con un pizzico di pace in più.
Finito il tempo delle illusioni, quello delle difese eroiche, quello dei sensi di colpa e della vergogna resta quell'amara verità solo da guardare negli occhi.
Ci guastiamo da subito, già nel ventre materno.
Alchemicamente saremmo in grado di superare il fosso, andare sull'altra sponda e felice sarà colui che saprà trasformare in oro i suoi guasti.
L'alchimia consente di fare un gran balzo in avanti.
La bella notizia è che con molta Fede e credendo nella vita ci si può arricchire.
L'Alchimia richiede però tanta e tale disciplina che molto spesso i nostri stessi guasti boicottano astutamente e gli impediscono di realizzarsi.
A quel punto bisogna sapersi fermare ad osservare o, ancora meglio, a contemplare.
Anche questo può risultare un balzo in avanti oltre la meditazione.
Il tutto affinché la mente, dove risiedono comodamente adagiati i nostri guasti, venga messa a riposo, fatta tacere.
In assenza di tutto ciò sarà meglio scegliere....di andare a passeggiare!

Danisieger

martedì 14 febbraio 2017

pubblicità asfissianti

Ormai nell'era delle visualizzazioni siamo bombardati da ogni tipo di pubblicità!
Bella invenzione internet, tanta utilità che comincia a pesare pesantemente.
Non esiste pagina che non si apra con un caleidoscopio di piccole finestrelle.
Ti gira la testa, vai su e giù con gli occhi cercando disperatamente di leggere il tuo articolo.
Prima ti si spara davanti la farsa della privacy, quella che ti obbliga ad accettare i cookies!
Benedetta sia la pazienza e benedetto sia anche chi ha formulato questa legge affinchè tutti i siti possano sentirsi sicuri legalmente di poter entrare nei nostri computer! Ma perchè se non lo facciamo non entrano?? Perchè non siamo forse controllati in ogni nostra mossa? Google sa pure dove  conservo la mia biancheria! Ma se non dai questo assenso cosa accade? Beh nulla!
E' tutta una grande scemata che serve a nessuno! Un pò come le sicurezze che mettono in atto youtube e facebook! Siamo nell'era dell'assurdo! Mi 'e stato rimosso e segnalato come pericoloso da visionare il video del mio cagnolino che fa le buche in giardino! Ma io mi chiedo chi è seduto dietro a quegli schermi a selezionare ciò che è adatto o meno a disturbare la quiete pubblica??? Tu si, proprio tu che magari ora stai leggendo il mio post per capire se può essere messo in rete o meno mi spieghi che criteri usi??? Io vedo sempre ed ovunque porcate e bufale di ogni genere che galoppano nel web come malattie contagiose per poi essere vietati quelli che sono veramente i messaggi di verità e di consapevolezza. Ma voi mi bloccate il video di una canzone...oh che peccato...sembrerebbe che io non la possa sentire!!! Basta un altro clik ed io la canzone la trovo in altri migliaia di video, si la stessa canzone che tu mi blocchi! Vogliamo parlare degli ebook? Ti sottomettono ad ogni tipo di applicazione da scaricare naturalmente pur di leggerli, li puoi leggere solo tu e solo da quel determinato pc da cui, se sei fortunato, l'hai potuto scaricare. Va bene! Peccato che poi lo stesso libro si trova da scaricare gratis altrove e senza alcun tipo di problema. Ma si lo so che voi fate il possibile per tutelare i diritti d'autore, ma gli autori dovrebbero anche sapere cosa vogliono! Vogliono la visualizzazione perchè è pubblicità gratuita, ma poi vogliono anche che si paghi....per cosa di grazia? Proprio non capisco come cercano di far funzionare il tutto!
Passo sopra alle bufale che oramai sono riuscite a provocare l'effetto che nessuno crede più a nulla. Poi ci sono i bontemponi che ancora aprono le pagine idiote, quelle che come bambini affamati del biafra cercano di raccogliere visualizzazioni. Benedddo sia tu anche caro google, la matematica va bene ma cerchiamo di non far fiorire quantità di ignoranti altrimenti non ne usciamo più vivi da questo mondo! Conteggia il valore caro google ti prego e lascia perdere i galoppini in cerca di numeretti! Se poi mai un giorno mi venga in mente di cercare che ne so un vestito o un cappotto o un divano....che Dio mi aiuti vengo stravolta da mille finestrelle di quà e di là che mi fanno girar la testa! Ma si certo l'ho dato io l'assenso a quei cookies...è tutta una specie di mafia!
Ma anch'io sono qui a fare la mia parte.
Una volta ho sentito la previsione che internet tenderà a sparire...ne dubito, ma mi piacerbbe davvero che se ne traesse vantaggio, poichè io sento di aver ridotto drasticamente le mie visualizzazioni. Non apro più siti strani con notizie bislacche, cerco solo quello che mi può offrire sana cultura. Lo trovo, e come lo trovo io spero lo possiate troovare tutti....bisogna selezionare molto però!
Namaste

giovedì 9 febbraio 2017

Caronte

CARONTE

"Per me si va ne la città dolente,

per me si va ne l’eterno dolore,

per me si va tra la perduta gente.   
   
"...Dinanzi a me non fuor cose create
se non eterne, 
e io eterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"...

 



"...Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, 
bianco per antico pelo,
gridando: "Guai a voi, anime prave! ... 



           



Personaggio della mitologia classica, figlio dell'Erebo e della notte, traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell'Ade Acheronte. Virgilio lo descrive nel libro VI dell'Eneide, durante la discesa agli Inferi di Enea: è un vecchio dall'aspetto squallido, che fa salire sulla sua barca le anime dei defunti ma lascia sulla riva gli insepolti, come Palinuro. Il Caronte virgiliano si oppone al passaggio di Enea, ma la Sibilla che gli fa da guida lo convince mostrandogli il ramo d'oro da offrire a Proserpina, la regina degli Inferi moglie di Plutone.
Caronte compare in Inf., III, 82-111, dove Dante si rifà strettamente all'episodio dell'Eneide accentuando i tratti demoniaci del traghettatore e facendone uno strumento della giustizia divina. Inoltre il Caronte dantesco traghetta solo le anime dannate, mentre diverso trattamento è riservato alle anime salve destinate in Purgatorio (esse sono trasportate da un angelo nocchiero che le raccoglie alla foce del Tevere, su un lieve legno che lo stesso Caronte dice dovrà trasportare lo stesso Dante, predicendogli di fatto la salvezza). Il Caronte di Dante è un vecchio coperto di barba bianca, con gli occhi circondati da fiamme, che minaccia severi castighi ai dannati e li fa salire sulla sua barca, battendo col remo le anime che si adagiano sul fondo (forse per stiparne il maggior numero possibile). Anch'egli si oppone al passaggio di Dante, ma è zittito da Virgilio con una formula identica a quella usata poi con Minosse e analoga a quella usata con Pluto.
La demonizzazione di Caronte rientra nell'uso tipicamente medievale di reinterpretare in chiave cristiana le divinità pagane, per cui quelle degli Inferi diventavano altrettante figure diaboliche, in qualche caso con notevoli trasformazioni.




...riflessioni su Caronte


Viaggiamo spesso attraverso momenti di difficoltá, periodi che sarebbe meglio cancellare per la loro bruttezza e quella sensazione di chiusura che ci aiuta solo a non sprofondare.
Poi arriva un qualcosa o un qualcuno che sembra svegliarci da quell tepore privo d’aria e restituirci una ventata di aria pura. Ecco é fatta. Ci si sente improvvisamente fuori dal buio e si comincia ad intravedere un futuro nella vita, nelle relazioni, nel lavoro.
Tempo pochi giorni, o mesi… quel qualcosa che ci aveva restituito l’ingresso nella nostra stessa vita ecco che si dilegua, sparisce, si offusca, si rivela fallace, si mostra come una grande illusione o una curiosa bufala. Arriva pertanto la delusione e lo sconforto. Da cosa ci siamo lasciati trasportare? Come abbiamo  potuto prendere un abbaglio cosí grande? Il rischio sarebbe quello di tornare indietro e sprofondare nuovamente nella nostra indolente melanconia.
Invece no! Quello che ci é successo é stato un regalo della vita.
Era Caronte!   È stato Caronte, quel vecchio dalla barba Bianca e dagli occhi di fuoco ad arrivare sulla nostra sponda per traghettarci altrove. 
Quelle situazioni, avvenimenti, persone che sono arrivate nella nostra vita sono solo dei Caronte. Il loro compito é quello di condurci fuori dal circolo vizioso in cui siamo caduti e presentarci vivi nel mondo della realtá. Molto accade durante questo trasbordo. Alcuni cadono in acqua e rischiano di affogare, altri sperimentano una nausea insopportabile, altri arrivano sull’altra sponda e ritornano a vivere e a gioire.
L’importante é capire quando ci troviamo davanti ad un Caronte. Spesso veniamo ingannati da un aspetto amichevole e cordiale, ma Caronte non é mai cordiale, Caronte trasporta anime dannate e le odia con tutto se stesso. Quando diventiamo passeggeri del suo traghetto dobbiamo conservare tutto il nostro sangue freddo, dobbiamo mantenerci calmi e non lasciarci andare a falsi entusiasmi.
Incontrare un Caronte sulla riva del nostro fiume della vita é un avvenimento importante, é una chance di rinascita é il visto per la nostra felicitá. 
Claudio aveva attraversato un momento molto difficile. Finita la sua storia d’amore aveva finito per rinchiudersi nella sua stanza. Poche uscite, poche amicizie e soprattutto un continuo sostenere a se stesso che andava tutto bene. La delusione riguardante la sua storia riteneva fosse stata giá elaborata e non sentiva alcun dolore. Nei pronto soccorso degli ospedali conoscono bene questa sintomatologia. Quanto piú profonde e gravi sono le ferite, tanto minore é la sofferenza del paziente. Piccole escoriazioni superficiali a volte fanno piú male di uno squarcio nelle carni. Lo stesso accade con le ferite psicologiche. La nostra mente tende a proteggerci e ricaccia giú nel profondo I nostril dolori fino a renderci anestetizzati .  Quando  Claudio incontró Serena sembrava avesse incontrato la Madonna. Le risultó subito simpatica e cordiale, dolce e molto solare. Cominciarono a frequentarsi e Claudio si sentiva felice come non lo era da tempo.  Piccole difficoltá fanno parte di ogni rapporto, ma bisogna stare attenti a non sottovalutare I sintomi piccoli di grosse problematiche. Serena aveva cominciato a chiedere dei soldi in prestito. Spesso costruiva intere storie dal colore drammatico. Claudio pensava che era solo un momento di difficoltá economica per lei anche se poi a volte si insospettiva vedendo il tipo di abbigliamento costoso che Serena indossava. Ogni volta che Claudio le prestava dei soldi Serena si presentava con una nuova borsa o con scarpe firmate. Dopo pochi mesi  la situazione divenne chiara e senza  dubbi: Serena soffriva di una forma patologica di dipendenza all’acquisto. Shopping compulsivo é il nome tecnico. Crolló improvvisamente l’amore e la passione, subentró la rabbia e l’impotenza. Claudio cercó di scacciare da sé quell’essere che lo aveva ingannato e derubato, ma non solo in termini di denaro anche della sua autostima e dignitá.
Claudio ci ha messo qualche mese a scordare l’esperienza. Dopo un pó ha cominciato ad uscire e frequentare altre persone, nuove donne con cui scambiare onesti sentimenti.
Spesso si é chiesto come mai in un momento cosí difficile della sua vita sia arrivata una delusione cosí cocente. Perché Caronte a volte ha bisogno di essere duro con le anime dannate, Caronte deve poterle bastonare affinché capiscano che si trovano sulla sponda sbagliata. Ma Caronte ti porta sempre dall’Altra parte …il resto sta a noi.
Quando gli eventi drammatici arrivano nella nostra esistenza dobbiamo essere pronti e capaci di comprendere che si tratta di un Caronte. Il viaggio é un incognita , ma restare nel girone dei dannati rappresenta un percorso dannoso alla nostra crescita.
Ridiamo spesso Simona, la mia cara amica, ed io quando vediamo Caronte scarrozzare di qua e di lá del fiume fangoso e torbido  le sue anime. Abbiamo coniato insieme questo termine ad indicare quella fase di passaggio e riusciamo a intravederla ormai con chiarezza quando ci si para davanti sia a noi che ad altri intorno a noi. Eccolo lí il Caronte dagli occhi di fuoco che si prende gioco di noi anime dannate, che ci bastona e ci maltratta. A volte il viaggio é lungo e ci sembra di non riuscire ad arrivare mai sull’altra sponda, ma possiamo star certi che Caronte assolve al suo compito di Nocchiero sempre e comunque.
Ad ognuno il suo Caronte!

Danisieger

Un'indomabile cavallina



Era un giorno di febbraio quando durante la luna piena nella stalla nacque un puledro. Con qualche difficoltà di respiro, ma venne fuori scalciando e nitrendo.
Il fattore aveva un bel maneggio e procurava biada e foraggio a sufficienza. A volte era un pó duro nell’addestramento.  Non elargiva molte ricompense o carezze, ma teneva pulite le stalle e la sua presenza era costante.
Il puledro cresceva dimostrando già da subito quanta insofferenza avesse per gli spazi piccoli e l’assenza di libertà. Aveva la possibilità di giocare nel paddock con altri puledri, ma passava molte ore nel box dove si sentiva a volte insofferente. L’addestramento era difficile e la sua esuberanza faceva imbestialire il fattore a volte costringendolo a ricorrere alle maniere forti.
Gli anni passavano ed il puledro si trasformava pian piano in una bella e sofisticata cavalla.
La moglie del fattore avrebbe voluto trovare presto un acquirente, mentre il fattore insisteva affinché venisse addestrata a dovere. 
Quando si fece già abbastanza grande, ma in effetti ancora molto giovane ed inesperta, venne venduta a qualcuno che desiderava a tutti i costi avere un cavallo pur  conoscendo ben poco dell’arte equestre.
La cavalla non riuscì a tollerare redini e sella e spesso sgroppava sotto 
a quell’inesperto cavaliere che, incapace di confrontarsi con i suoi limiti,
riportò la cavalla al fattore, col disappunto della moglie che si sentiva estremamente umiliata dall’aver cresciuto una puledra così irrequieta.
“Non troveremo mai un buon compratore” urlava contro il marito
Il fattore credette ancora di poter continuare con l’addestramento e a volte era davvero indispettito dal comportamento ingestibile della cavalla.
Ma le qualità della cavalla venivano man mano fuori con la sua crescita.
Aveva conseguito un certificato per il suo addestramento e le sue prove 
sempre più difficili la motivavano ad andare avanti.
Passò tra le mani di diversi cavalieri. Alcuni la trattavano con rispetto,
altri meno, ma nessuno era riuscito mai a tener bene l’assetto e impegnarsi nella tenuta delle redini. Alcuni avevano paura, altri credevano di guidare un’auto, altri ancora scappavano via al minimo movimento colti dall’angoscia di finire per aria e rompersi il collo.
Nessuno sapeva montare a cavallo. Ci vuole decisione per gestire un cavallo, decisione e dolcezza insieme. Ci vuole calma e fermezza. Ci vogliono doti da cavaliere che pochi hanno.
Un giorno arrivò al maneggio un tipo molto sicuro di sé. Decise che avrebbe addestrato la cavalla e con il benestare del fattore cominciò il suo addestramento.
Era un bravo cavaliere, sapeva dosare la sua forza nelle mani e sapeva condurre con morbidezza il suo movimento sulla sella.
La cavalla cominciò a dare il meglio di sé. Era obbediente e rispettosa. Eseguiva ogni esercizio le veniva dato e diventava ogni giorno più bella. Il manto lucido e la muscolatura tonica la rendevano davvero uno splendore. Lui si sapeva prender cura di lei. 
Il fattore e la moglie erano finalmente contenti ed aspettavano con gioia di concludere l’affare. Ma il cavaliere nonostante dedicasse molte ore al giorno a quella cavalla e si sentisse soddisfatto di lei non sembrava avesse intenzioni di comprarla.
Passavano ore magnifiche insieme. Galoppavano sulle spiagge, per le campagne. Si divertivano a saltare ostacoli sempre più alti. I movimenti dell’uno erano in perfetta sincronia con quelli dell’altro. Lui era deciso e fermo e lei adorava quei suoi modi.
Ma la sera, quando finiva di montarla, lui la chiudeva nel box e fino al giorno successivo nessuno più si prendeva cura di lei.
Cominciò a intristirsi. Sperava d’aver trovato il vero cavaliere, il “suo” cavaliere, ma dovette accorgersi col tempo che quel cavaliere non intendeva condividere di più.
Cominciò allora a non effettuare più gli esercizi brillantemente come sempre. Era spesso irrequieta e indolente. Lui continuava a volte con più fermezza, ma la cavalla sentì che non riusciva più a godere di tutto ciò.
Un giorno, dopo aver trascorso tutta la giornata nel box, lui le mise la sella, i finimenti e la portò in campo per montarla.
La cavalla dapprima rimase ferma senza reagire ai comandi, ma all’improvviso con uno scatto di reni sgroppò così forte che il cavaliere volò per aria dall’altra parte dello steccato. Si fece male, infuriato come una belva inveì così aggressivo contro la cavalla che non tornò più.
La cavallina rimase nel box alcuni mesi. Il suo manto era diventato opaco e la sua criniera incolta. Era smagrita e stentava a muoversi.
Il fattore nel frattempo si era ammalato e la moglie comunque incapace di prendersi cura dei cavalli non aveva tempo per la cavalla, anche se in realtà non che se ne fosse mai curata granché.
Durante le vacanze di pasqua si presentó al maneggio uno straniero. Una persona a modo, gentile. Chiese alla signora di visitare le stalle e fu attratto da quella cavalla che sembrava docile e tranquilla. 
“È ingestibile” sbraitò la signora “hanno provato in tanti a montarla ma é una cavalla troppo irrequieta, non é per niente generosa e non ha voglia di lavorare”
Lo straniero, pur non avendo alcuna esperienza di cavalli, non credeva che una cavalla potesse essere davvero così cattiva.
Sentì una strana compassione per quell’animale e decise di comprarla e portarla via con sé.
Ora aveva davanti una nuova vita e tutto sembrava bello. Aveva un grande box, prati enormi dove pascolare insieme ad altri cavalli. Il foraggio di ottima qualità e tanta buona biada. Il maneggio era pulito e luminoso e molti si prendevano cura di lei con affetto e dolcezza. Passò anni sereni diventando tranquilla. Ma di tanto in tanto sentiva il bisogno di essere montata e di poter galoppare libera tra prati e boschi. Il suo padrone era davvero gentile con lei, ma ogni volta che le metteva la sella e saliva in groppa non riusciva a imporle una direzione, aveva i movimenti goffi e non riusciva a tenere il ritmo. La cavalla aveva imparato ormai a camminare senza bisogno di redini. Seguiva i percorsi da sola mentre il suo padrone sedeva passivamente sulla sua groppa. A volte trotterellava e sebbene lui le sbattesse il sedere sulla schiena la cavalla sembrava accettarlo. Qualche volta lei aveva provato a galoppare e lui si era aggrappato al collo bianco dalla paura e con le gambe tremanti. Così lei lo conduceva al passo e non si sarebbe meravigliata se un giorno lui  le avesse attaccato dietro un calesse.
Così passavano i suoi giorni. Intanto sognava, fantasticava il giorno in cui sarebbe arrivato quel cavaliere che lei sognava e l’avrebbe finalmente fatta esprimere incrociando gli arti a suon di musica...come in una danza di dressage....
                                                                                                                           continua…


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